Nel 2011 sono iniziati i lavori per la realizzazione di una grande zona umida ricolonizzata con le essenze vegetali tipiche delle zone palustri, o con specie destinate alla produzione di biomassa od ancora con la flora locale che spontaneamente si è riappropriata del suo habitat, nella quale le acque da trattare si trovino a sostare per tempi sufficientemente lunghi per consentire un significativo abbattimento del loro carico inquinante.






Questi impianti inoltre assumono anche la valenza di aree per la qualificazione naturalistica e di spazi utili alla funzione ricreativa.




La sperimentazione ha previsto la comparazione fra tre differenti sistemi di fitodepurazione: i) area umida costruita; ii) sistema a paludicoltura; iii) area umida naturale


Dott. Nicola Silvestri  Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali - Università di Pisa